Questo, sulle colline piacentine di Travo, è un giardino in salita. Di conseguenza, anche in discesa. E in discesa a picco . La sfida è stata quella di disegnarlo correndo sul filo che divideva la sua realtà (un terreno ruvido) dall’idea progettuale (farne un giardino morbido). Perché, hanno chiesto i committenti, non poter godere del panorama a strapiombo ma senza dover rinunciare agli agi di un falsopiano? La risposta ha risolto uno dei più complessi problemi paesaggistici: strappare terreno dove non ce n’è. Ma i piani terrazzati, gli argini di contenimento avrebbero dovuto diventare dei fantasmi, sparire alla vista, non rompere la continuità visiva con i bordi selvaggi dei boschi intorno e dei prati collinari: troppi giardini scoscesi sono spesso deturpati, per poter renderli percorribili, da scalinate, cemento e muri a vista. Per evitarlo, sono stati utilizzati tutti gli strumenti mimetici. Dalla storia (l’antica arte italica dei terrazzamenti nell’agricoltura di montagna), alla tecnologia (il movimento terra in piccoli spazi), alla natura circostante ( ad esempio un bosco di umili ailanti mantenuto e consolidato per mascherare lo strapiombo). E poi bordi misti mediterranei, essenze verdi, fioriture semplici per addolcire la durezza dei percorsi e mantenere una forte unità paesaggistica. Sarniago è la risposta alle esigenze di tutti quei proprietari di un terreno scosceso e complicato che vorrebbero piegarlo alle proprie esigenze di piacere e serena fruibilità.