C’era il mare, in fondo, perduto in una distesa di campi. Dietro, il bosco. In mezzo un carrubo, lì da chissà quanto. Questo giardino, a Formentera, è nato così: mettendosi sulle fondamenta dove stava nascendo una grande villa mediterranea e guardando l’asse invisibile che univa il bosco all’orizzonte. Il resto è venuto dall’isola e dai suoi venti, osservando la terra secca e le viti basse e le ficaie sparse tra i muri a secco per dare ombra alle pecore e ai pastori. Un giardino nato per poterselo godere dalla casa. Per vedere soprattutto il mare. Favorito dal terreno in lieve pendenza il progetto ne ha liberato la vista e ha invece creato un cuscino verde per mimetizzarsi con la macchia mediterranea. Il giardino ha ora due facce. Ombra e luce. Per rafforzare la natura spontanea, a fianco della proprietà non sono state usate le piante solitamente dedicate alle siepi di confine, ma alberi della stessa natura di quelli del bosco. Di fronte, invece, i grandi spazi verso il mare sono stati disegnati con citazioni paesaggistiche: olivi senza tempo, onde di verde a curvare e a rientrare come volute: e poi filari di viti raccolti da un muretto a secco accanto alla casa, come fosse un’aiuola, a ricordare il vigneto isolano in fondo alla proprietà e infine bordi di essenze mediterranee accompagnano i viali d’ingresso senza eccedere nei punti di riferimento ma mischiando percorsi e accessi come un camminamento naturale. E poi l’orto. Una geometrica successione di rettangoli verdi come i campi coltivati verso il mare.