Il giardino si affaccia sul lago Trasimeno e circonda una residenza ricavata da un antico convento.
Il rapporto col paesaggio è evidente. Ma si tratta di “due” paesaggi contrapposti: il lago, in basso, e un grande bosco italiano in alto. Il progetto ha voluto metterli in relazione. E lo strumento è stata l’invenzione architettonica: una lunga e stretta vasca d’acqua ( 40 metri per 2) e un doppio pergolato che si dipartono ambedue dalla villa, a formare una elle . L’una è servita a “trasportare” la luce del lago verso le ombre del bosco; l’altra a collegare il verde delle colline con le acque. Due architetture che non hanno messo in sordina il paesaggio ma l’hanno solo decodificato: perché percorrendo i due assi prospettici si è indotti a godere insieme di tutti e due i suoi elementi forti. Siepi di lavanda in apparente disordine, come nel gioco dello “shangai” , un uliveto e un orto a croce latina raccordano poi tutti gli elementi e omaggiano la prima padrona di casa (una francese) e l’origine conventuale del luogo. Passignano è anche l’esempio concreto delle molteplici possibilità di riconversione che offre un giardino progettato solidamente. La proprietà è passata ora nelle mani di un noto produttore cinematografico americano e gli stessi elementi (bordi misti mediterranei, piante “italiche”) del primo progetto sono stati usati per raccordare senza forzature il successivo.