Val d’Orcia, ultime terre senesi.
Il giardino su cui si è intervenuti circonda un palazzo medievale e si affaccia su una vasca termale romana grande come una piazza, dentro un borgo immutato dal 1500. In questo scenario storico unico, tutto sembrava spingere verso la progettazione di un giardino fedele a quello toscano formale. Invece (e questo accadeva più di vent’anni fa), è iniziato da qui un viaggio alla ricerca di una possibile fedeltà al paesaggio. Il quale, in questa parte di Toscana non è dolce ma potente: selve basse, pietra di fiume tra il fitto degli alberi. Il giardino è stato così riordinato, ma poi sfumato in un disordine naturale. L’uso di piante basse mediterranee, da secco, vicino alla casa e poi di quelle più alte, roverella, leccio, corbezzolo verso i boschi all’esterno, ha donato al giardino una natura mimetica. Luci e ombre si inseguono tra i verdi dei cisti, dei Teucrium e del rosmarino . Così che guardando la casa dal paese, sembra non ci sia soluzione di continuità tra il giardino e il paesaggio: agli alberi immessi ai confini della proprietà è stato assegnato il compito di confondersi con quelli dei boschi sulle colline intorno, poi sono stati attenuati gli ostacoli visivi anche nelle recinzioni e infine la manutenzione ridotta al minimo. Il risultato, dall’esterno, è uno scenario di grande fedeltà ai luoghi. All’interno, di una natura pacificata e godibile.